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I colori e il nostro equilibrio psico-fisico

 

La cromoterapia si annovera tra le discipline olistiche che curano in modo alternativo, non invasivo e senza creare dipendenze, disturbi fisici, mentali ed emotivi. Essa usa i colori per migliorare la qualità della vita di una persona e anche per curare le sue disfunzioni.

Quali sono i principi basilari di questo tipo di terapia?

Ci sarà capitato di soffermarci ad osservare il blu del mare, l’indaco e il rosso fuoco di un tramonto, il grigio-nero di un cielo in tempesta, il verde di un prato, o i colori dei nostri fiori preferiti o della frutta al mercato o magari quelli di un dipinto. Ci sarà capitato, talvolta, di riceverne un’emozione, più o meno piacevole, una sensazione di pace piuttosto che una sensazione di gioia, oppure tristezza, malinconia.

A quanto pare, i colori hanno sugli esseri viventi un effetto stimolante, calmante o energetico.

Secondo Leonardo da Vinci, ad esempio, il colore violetto produceva l’effetto di moltiplicare per dieci l’intensità della meditazione.

Johann Wolfgang Goethe scrisse “[…] proviamo in generale una grande gioia per il colore. L’occhio ne ha bisogno, quanto ha bisogno della luce […]”

I fautori di questa disciplina sono convinti che il colore possa aiutare le persone a ritrovare l’equilibrio perduto, fornendo lo stimolo per facilitare il processo di autoguarigione.

La cromoterapia è tra le discipline terapeutiche più antiche, i suoi principi risalgono agli antichi Egizi che ne attribuivano la scoperta al dio Thot. Nella loro cultura ogni colore aveva un nome a cui corrispondeva un potenziale: il rosso era simbolo del sangue e del fuoco, il nero era simbolo di fertilità, il giallo simbolo dell’oro e della divinità solare.

Sul corpo della Mummia del Similaun (un uomo vissuto circa 5000 anni fa) ritrovato sulle Alpi Italiane, sono stato trovati dei tatuaggi eseguiti sulla pelle delle articolazioni colpite da artrite.

I Greci attribuivano una correlazione tra i colori, gli elementi fondamentali (aria, fuoco, acqua e terra) e i quattro “umori” o fluidi del corpo: la bile gialla, il sangue rosso, il flegma bianco e la bile nera, a loro volta prodotti in quattro organi particolari (la milza, il cuore, il fegato e il cervello). La salute era considerata il risultato dell’equilibrio di questi elementi mentre, la malattia era dovuta al suo sbilanciamento e i colori stessi associati agli umori, erano utilizzati come trattamento contro le malattie.

In India, secondo la medicina ayurvedica c’era e c’è una stretta correlazione tra i colori e l’equilibrio dei chakra, centri di energia sottile associati alle principali ghiandole del corpo.

Anche la medicina cinese ha da sempre messo in relazione il benessere fisico e l’azione dei vari colori: il giallo rimetteva in sesto l’intestino, il violetto arginava gli attacchi epilettici e così via. La cura del paziente prevedeva persino che fosse vestito del colore di riferimento della sua malattia e che le finestre della sua camera fossero coperte con teli dello stesso colore.

Oggi la sua efficacia è contestata dalla comunità scientifica, in quanto non in grado di superare uno studio clinico controllato, che ne considera le teorie delle semplici ipotesi e la inserisce tra le pseudo-scienze.

Negli ultimi anni la cromoterapia è tornata in auge anche grazie ai centri benessere e alle SPA, ed è spesso usata come terapia di supporto ad altre cure ufficiali e più invasive.

Così come faceva storicamente anche la moderna cromoterapia associa ad ogni colore una proprietà specifica, influenzando il sistema nervoso, metabolico e immunitario e venendo in aiuto del corpo e della psiche per ritrovare la stabilità perduta.

Christian Agrapart, medico francese e padre della moderna cromoterapia, la descrive così: “È una forma di medicina energetica, basata sul direzionamento sulle zone malate o doloranti di un raggio di luce colorata, in base alle affezioni. Ogni colore stimola il ristabilimento dell’equilibrio energetico dell’area colpita. Il raggio colorato non agisce attraverso la sua forza di penetrazione, bensì tramite la sua capacità di integrarsi nel sistema difensivo del nostro organismo. Esso non aggredisce l’organismo così come accade nel caso dei medicinali, bensì induce al corpo una maggiore capacità di resistenza (quindi una reazione) alla malattia”.

Il principio su cui si basa consiste nel fatto che la causa del malessere sarebbe una sopravvenuta disarmonia oscillatoria delle nostre cellule, mentre i colori avrebbero un’influenza tale da riequilibrare la disarmonia stessa, andando a curare nello stesso tempo la psiche e il corpo. Quando una parte del corpo viene esposta ad una irradiazione colorata, essa assorbe onde elettromagnetiche caratterizzate da una certa frequenza oscillatoria, a seconda del colore utilizzato. Le cellule del corpo, composte da atomi, entrano in risonanza vibratoria con le frequenze delle onde luminose e ritrovano l’armonia perduta.

I colori quindi, usati con effetto armonizzante del nostro equilibrio psico-fisico.

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